Oggi voglio parlarvi di una pietra assolutamente adatta in qualsiasi stagione: la giada, la quale in diverse culture ha simboleggiato il gradino più alto della preziosità, anche più dell’oro o dei diamanti!
Sarà per questo che i gioielli con giada fanno sempre capolino nelle passerelle delle star? Inutile negarlo, è una pietra tres chic da indossare.
La giada tra storia e proprietà
La giada è tra i materiali più duri presenti in natura (pensate che veniva usata per produrre armi nell’America precolombiana), è una pietra molto antica che risale a circa 7.000 anni fa e le sono sempre stati attribuiti grandi poteri “magici”.
In realtà il termine “giada” non è proprio corretto (anche se di uso comune, quindi mi adeguo) perchè questa pietra mineralogicamente è una nefrite o una giadeite, 2 pietre distinte (anche se lo si è scoperto solo dopo il 1800) ma con un aspetto e caratteristiche molto simili.
La giada “storica” è la nefrite e veniva usata in Cina per realizzare monili tombali per garantire la vita ultraterrena. A partire dalla metà del ‘700 la nefrite di origine cinese è stata per lo più sostituita dalla giadeite provieniente dalla Birmania.
L’hanno amata gli antichi Maya, ma anche l’Impero Cinese, famoso per la sua arte nell’intaglio della giada. Ancora oggi, fra i cinesi è considerata un amuleto portafortuna e viene regalata ad un nascituro per proteggerlo e augurare prosperità.
In Europa la giada verde arrivò solo dopo il 1500, quando gli spagnoli conquistarono l’America Centrale e scoprirono la “pedra de ijada“, la pietra dei fianchi: le popolazioni locali le attribuivano un potere benefico sui lombi e sui reni e per questo era molto apprezzata tanto da lavorarla finemente.
Alla giada sono sempre state riconosciute proprietà calmanti, rasserenanti e lenitive e anche per questo viene considerata la pietra dei medici, perché aiuta a calmare il cuore e a trovare la compassione per prendere le giuste decisioni.
Come riconoscere la vera giada
Per riconoscere la vera giada dovete ricordarvi che:
1. E’ traslucida e non trasparente.
2. Se la toccate sembra seta.
3. Può presentare macchie gialle o rosse derivanti dalla corrosione provocata da ferrite (abbondante nei fiumi himalayani) o da gas di decomposizione (prodotti nelle tombe in cui la giada è stata almeno 1000 anni), le quali ovviamente non hanno bordi netti come quelle indotte artificialmente;
4. Quando viene colpita da un oggetto duro produce un suono tipico e piacevole, pensate che nell’antichità le lastre di giada venivano utilizzate come campane!
I colori della giada
La giada può avere diversi colori: la nefrite, per esempio, può essere bianca, gialla, verde scuro, nera, marrone o rossa. La giadeite può avere gli stessi colori della nefrite ed è molto rara nei colori lavanda, rosa, bluastra, grigia o giallo oro. Solo la giada imperiale è verde smeraldo.
In commercio oggi si trovano altri minerali venduti sotto la denominazione di giada, come la serpentina, che non solo ha lo stesso aspetto, ma è anche estratta dagli stessi giacimenti della giadaite e della nefrite, anche se è più malleabile e meno resistente.
Il valore di una giada può variare enormemente a seconda del colore, del tipo di minerale e della lavorazione. Oltretutto alcuni pezzi possono assumere valore diverso a seconda della cultura di provenienza di chi le giudica.
I gioielli con la giada
Ma veniamo ai vostri gioielli: la giada è meravigliosa montata con i diamanti bianchi ed è molto raffinata anche l’abbinamento con l’onice nero, le perle bianche, il corallo oppure i rubini.
Ho capito, volete qualche esempio.
Vhernier propone 3 varianti dalla linea molto pulita: la giada ellittica nell’anello Fuseau in oro bianco con diamanti bianchi (ct. 5,52) e negli orecchini Fuseau; la giada tonda nell’anello Cardinale in oro rosa e negli orecchini Giottino; e la giada sferica nell’anello Re Sole in oro rosa.
Pasquale Bruni, invece, si ispira al motivo floreale nella sua collezione Ghirlanda e accosta la giada verde ai diamanti bianchi, corniola, topazi verdi e arancioni per creare grandi orecchini e collane importanti dalle cromie molto audaci.
Silvia Kelly opta, infine, per la giada birmana incisa accostandola ai diamanti bianchi e ai rubini in alcune sue interessanti interessanti gioielli in oro: il ciondolo Cattleya, l’anello e ciondolo Giada, l’anello Fenice e il bracciale Fior di Loto.
Un’ultima curiosità: Confucio riteneva che la giada possedesse 11 virtù, tra cui la benevolenza (è dolce e lucida al tatto), la fedeltà (non irrita mai la pelle), l’educazione e la sincerità (un difetto nella giada non si nasconde mai). E nella cultura confuciana, un uomo doveva definire i suoi modi e la sua condotta in accordo con le virtù della giada.
A questo punto non ci resta che confidare nella saggezza confuciana per un uomo-giada, non trovate??
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Che belli che sono questi orecchini! E poi il verde “imperiale” mi piace proprio…
Proprietà calmanti, rasseneranti, e lenitive? Ok, me ne dia due etti allora!
Perfetto Signora, vuole altro o faccio il conto??