In mostra a Roma il Tesoro di San Gennaro

san gennaro

Cosa c’è meglio di una mostra in una piovosa domenica capitolina? Se poi ad essere esposte sono vere e proprie opere orafe, la risposta è scontata.

E così, armata di una massiccia dose di curiosità e in compagnia del mio papà gemmologo, siamo andati alla scoperta de “Il tesoro di Napoli – I capolavori del Museo di San Gennaro”, in mostra al Palazzo Sciarra del Museo Fondazione Roma.

Ad attenderci c’era una selezione di 70 pezzi del Tesoro di San Gennaro di Napoli, per la prima volta esposti al di fuori della città partenopea.

Tra documenti originali, dipinti, sculture, argenteria, disegni e arredi sacri è stato sorprendente scoprire quanti papi, imperatori, re d’Europa, uomini illustri e non, abbiano donato importanti opere d’arte al Santo più famoso del mondo.

Pensate che il tesoro di gemme e capolavori di arte orafa donati a San Gennaro ha un valore storico superiore a quello dei Gioielli della Corona d’Inghilterra e dello Zar di Russia. E ho detto tutto!

Non aspettatevi, però, di ammirare una mostra di gioielli: l’arte orafa napoletana, famosa in tutto il mondo per la lavorazione dell’argento a fusione e per il cesello a sbalzo, è tutta al “servizio” dell’elemento sacro. D’altronde si tratta di donazioni per “ingraziarsi” il Santo che ha protetto e salvato Napoli dalla peste, dalla guerra e dal Vesuvio!

Strabiliante la Collana di San Gennaro in oro, argento e pietre preziose, realizzata da Michele Dato nel 1679 e impreziositasi ulteriormente con gioielli donati e aggiunti in momenti successivi (sino al 1993!). A comporla, infatti, ci trovate dalla croce donata da Carlo di Borbone (1734), alla croce di diamanti e zaffiri di Maria Carolina d’Austria (1775), dalla spilla a forma di mezza luna della Duchessa di Casacalenda (1779), alla croce di diamanti e smeraldi donata da Giuseppe Bonaparte, fino ad arrivare alla croce e alla spilla in diamanti e crisoliti offerte da Vittorio Emanuele II di Savoia. Insomma, uno spettacolo da non perdere!

Meravigliosa anche la Mitra destinata ad ornare il busto reliquario del Santo in argento dorato, con ben 3.964 gemme preziose tra le quali diamanti, smeraldi e rubini. Fu creata da Matteo Treglia nel 1713 su commissione di Re Carlo II d’Angiò e costò circa 20.000 ducati, raccolti attraverso sottoscrizioni e donazioni del popolo, del clero, degli artigiani, dei nobili ed anche dell’imperatore stesso.

Trovate esposto anche il calice in oro, rubini, smeraldi e brillanti dell’orafo di corte Michele Lofrano (commissionato da Ferdinando di Borbone nel 1761), l’ostensorio di Gioacchino Murat, la pisside offerta da Re Ferdinando II, il calice in oro zecchino con cui Papa Pio IX nel 1849 ringraziò i napoletani per l’asilo durante i moti mazziniani a Roma e i due candelieri in argento di oltre tre metri e mezzo d’altezza donati da Carlo III di Borbone.

Lascia senza parole anche la maestosa scultura in argento di San Michele Arcangelo che sguaina la spada, e l’esercito di santi in argento che avrebbero dovuto «coadiuvare» l’aiuto di San Gennaro.

Per chi tra voi fosse scettico verso i miracoli c’è una bella sorpresa: in una delle sale è possibile assistere via video alla liquefazione del sangue di San Gennaro, che si rinnova ogni anno a maggio!

Qualcuno di voi forse non lo sa, ma San Gennaro, con i suoi 25 milioni di devoti sparsi in tutto il mondo, è il “primo in classifica” tra i santi cattolici più famosi nel mondo! Un risultato che piacerebbe anche ai tifosi del Napoli quest’anno…

Ma c’è un dato ancora più sorprendente: in questi 700 anni di storia il Tesoro si è mantenuto intatto senza mai subire spoliazioni e senza che i suoi preziosi fossero venduti. Un vero schiaffo alla brutta nomea che hanno i napoletani, non trovate?

Pensate che a proteggere il Tesoro c’è addirittura una organizzazione laica voluta dalla Città di Napoli e che dal 13 gennaio 1527 difende la collezione da minacce esterne. Come si dice a Roma, quanno ce vo’, ce vo’!

Ma c’è un dato che ho scoperto e che commuoverà molti: il Tesoro di San Gennaro non appartiene né allo Stato, né alla Chiesa, ma alla Città di Napoli.

Forse è anche per questo che San Gennaro è visto come il protettore di tutti i napoletani, il patrono che ascolta le preghiere e fa i miracoli. Quella sottile linea tra sacro e profano, tra fede e superstizione che fu resa memorabilmente da Massimo Troisi con Lello Arena e Enzo De Caro.

Ecco perchè consiglio a tutti di recarsi a questa Mostra: non è solo per i capolavori esposti, ma per capire il forte legame che esiste tra il Santo e la sua città, il suo popolo, i suoi fedeli e la loro vita.

Avete tempo fino a metà febbraio 2014 per ammirare il Tesoro di San Gennaro, ma fatevi dare un consiglio: scegliete un orario mattutino perché gli spazi espositivi sono piccoli e potreste trovare fila anche tra una sala e l’altra, oltre che fuori dal museo!

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