La curiosità verso Pandora non mi è nata spontaneamente, lo sapete, ne siete testimoni. Dopo la mia visita nella boutique Trollbeads, una domanda è nata spontanea: chi ha avuto per primo l’idea dei bracciali componibili: Trollbeads o Pandora?
Per scoprirlo sono andata direttamente in una boutique Pandora. Perché le cose se si devono fare, si fanno bene.
Nessuna foresta danese ad accogliermi, eppure anche Pandora nasce nella splendida città di Copenaghen. Nessuna donna in vestito di seta ad agitarsi, solo commessi in tailleur scuro e modi gentili e tranquilli.
I charms di Pandora
Anche da Pandora ci sono tanti elementi da poter utilizzare per creare un bracciale o una collana componibile. Da Pandora si chiamano charms, però.
I temi dei charms Pandora sono, anche qui, vari: dall’amore all’amicizia, dai fiori agli animali, dalla natura agli hobby.
I materiali usati possono essere diversi: ci sono i charms in argento così come i componenti in oro, smalto, vetro colorato o pietre preziose. Volendo c’è anche la possibilità di elementi in legno, in ricordo della foresta nordica, forse.
Tanto per non distinguersi troppo, anche Pandora usa oro giallo 14 kt invece di quello 18 kt che trovate normalmente nel mondo della gioielleria. Il commesso mi spiega che in questo modo gli oggetti in oro dovrebbero rovinarsi meno con lo sfregamento dei charms lungo la catena. I prezzi sono, anche qui, sempre quelli di una vera gioielleria.
Diciamolo, le similitudini sembrano davvero tante, anche troppe. Il mistero s’infittisce, uovo o gallina? Sono nati prima i beads o i charms?
Primo indizio su Pandora
Sulla carta Pandora è nata nel 1982, sei anni dopo Trollbeads. La signora in seta l’aveva detto, onore al merito! Un pensiero mi attraversa: chissà come sta questa settimana, sono ancora preoccupata.
Assodato che Pandora è nata dopo, bisogna ancora scoprire chi è l’autore originario dell’idea dei bracciali componibili. Una domanda semplice, penserete, talmente semplice che il commesso mi guarda come se parlassi austro-ungarico.
Decido di andare fino in fondo, devo parlare con i piani alti. Anzi altissimi. Collegamento telefonico diretto con la Germania, la donna mi spiega che la catena Pandora ha qualcosa di originale e nuovo: è divisa in 3 sezioni per evitare che i charms si muovano troppo. Il design di Pandora, ci tiene a precisare, è più moderno e definito, invece che anticato.
In realtà i soggetti dei charms sono semplicemente più essenziali. E anche meno evocativi. De gustibus.
Secondo indizio su Pandora
Sono ancora in collegamento telefonico con la Germania quando penso: ma la mia domanda era un’altra! Chi ha copiato chi? La voce femminile oltreconfine ammette candidamente di non essere la persona adatta per rispondermi. E aggiunge: mi lasci il suo numero e la faccio contattare da chi può aiutarla.
Allora c’è qualcuno che sa, perfetto, ,i chiamano e mi danno il numero della persona giusta.
Terzo indizio su Pandora
Fiduciosa e ottimista porgo la mia domanda alla persona giusta. Silenzio. Poi confessa timidamente di aver avuto la mia stessa curiosità. E di aver fatto a Pandora la mia stessa domanda: mai ricevuta una risposta. Possibile? Dalla Milano-da-bere è tutto.
Come diceva Agatha Christie, un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.
Volete vedere che aveva ragione la donna in seta? Forse qualcuno non vuole che si apra il vaso di Pandora…
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Anche a me questo post mi ha fatto riflettere sul fatto che sempre più individui hanno la necessità di raccontare, comunicare qualcosa ma senza l’uso della parola… mi spiego meglio, alcuni comunicano attraverso i tatuaggio altri lo fanno con i gioielli: “comunicazione non verbale”. Ma il problema è che non sapremo mai il significato VERO di quei simboli scelti.
questo post mi ha fatto pensare alla nascita delle idee creative.
se è vero che chi ha una buona idea, spesso poi viene copiato, è anche vero le buone idee non sono patrimonio dei brand ma delle persone.
mi spiego: prima che un brand in particolare assumesse come propria quest’idea e ne facesse un prodotto, esisteva qualcosa, un manufatto artigianale, una tradizione nord europea che non si chiamasse nè beads nè charms?
Oh Oh Oh!!! E mi sà che hai ragione! Ma certo che questa volta ti hanno almeno cercato di dare una risposta….certo che però la tecnica è stata passare la patata bollente a qualcun’altro”più giusto”! Chissà se verrai a saperne di nuove!Bacioni Monik in giallo!
brava Monica…sempre spumeggianti i tuoi post….indizi gravi precisi e concordanti….;)
Pandora è nato dopo, con i gioielli componibili. L’idea nasce dal padre di Lise Agaard, proprietaria Trollbeads, che ha disegnato per anni anche i Pandora.
Telegrafica ed efficiente come solo il dottor Watson sa essere, complimenti Anna: ci vediamo al prossimo mistero da risolvere 😉